Equilibrismo sul filo del capitale: l’AI che cambia identità e guarda sempre più al lucro | Weekly AI
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La notizia più impattante della settimana riguarda il fatto che Meta, a partire da fine maggio, utilizzerà i dati degli utenti europei per addestrare la sua AI. A dire il vero, nulla di nuovo: la società di Zuckerberg impiega già da anni i dati degli utenti per l’addestramento dell’intelligenza artificiale, soprattutto negli Stati Uniti. La vera novità è che questa volta l’Europa non viene tenuta all’oscuro: Meta ha descritto il progetto direttamente sul proprio sito, specificando anche che gli utenti potranno negare il consenso.
Se da molti è stata descritta come una pratica inquietante, da un certo punto di vista il suo disvelamento è anche rassicurante. Già bloccata dall’Unione Europea per quasi un anno, Meta AI è da poco sbarcata nel nostro continente, con il probabile obbligo di mantenere una certa trasparenza.
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Ad inseguire Meta è stavolta OpenAI, che prosegue in una metamorfosi che in pochi anni l’ha portata dall’essere il più grande laboratorio d’innovazione al mondo a una delle tante big tech commercialmente aggressive. Prima di tutto, riorienta la propria strategia a medio-lungo termine: lancia i modelli o3, o4-mini e o4-mini-high, presenta le API della famiglia GPT-4.1 e si prepara a salutare GPT-4. I modelli non sono mai stati così numerosi, altro che la promessa di “semplificazione” annunciata da Altman nei mesi scorsi, che prevedeva originariamente anche la cancellazione di o3 dai futuri lanci della società.
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Ma a colpire è soprattutto il rumor secondo cui OpenAI starebbe pensando di creare un proprio social network, forse integrato in ChatGPT. Si sa ancora poco, ma lo scopo è evidente: costruire un nuovo bacino per la raccolta continua di dati, al pari dei competitor già in possesso di piattaforme social, come Meta e xAI. Se il progetto dovesse concretizzarsi, la “zuckerberghizzazione” di Sam Altman si potrebbe considerare compiuta.
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Il passo, si diceva, allontanerebbe ulteriormente OpenAI dalla sua originaria vocazione, spingendo invece ancora più a fondo nel processo di ‘passaggio a lucro’ avviato da Altman negli ultimi mesi e causa di numerosi attriti con i membri storici (oggi quasi tutti ex). A tal proposito si registra un aggiornamento significativo: dodici ex dipendenti di OpenAI si schierano nuovamente contro la deriva commerciale, presentando un documento legale a sostegno della causa intentata da Elon Musk contro la trasformazione di OpenAI in un’entità a scopo di lucro. Non solo, dunque, chi aveva creduto nel sogno originario di ChatGPT oggi prende le distanze, ma lo fa sostenendo proprio l’avversario numero uno.
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Che paradossalmente rimane uno degli esempi più brillanti di innovazione a scopo di lucro. Musk aggiorna infatti alcune funzionalità di xAI per migliorare l’interazione di Grok con gli utenti (e la raccolta dati). Anche Grok, infatti, come già fa ChatGPT, inizierà a ricordare le conversazioni passate. L’implementazione riguarderà per ora solo gli utenti statunitensi, mentre l’Europa – come da prassi – dovrà attendere.
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Citando nuovamente il destino degli ex-OpenAI, cresce anche Safe Superintelligence, la nuova società di Ilya Sutskever. Dopo un nuovo round di finanziamento da 2 miliardi di dollari, la startup è ora valutata 32 miliardi. Colpiscono le condizioni anomale per un investimento di tale portata: Sutskever ha annunciato che non rilascerà alcun prodotto finché non avrà sviluppato l’AI più sicura e affidabile mai vista. Potrebbero volerci anni, ma nel frattempo continua ad attrarre capitali.
Le intenzioni di Sutskever sono chiare: evitare di farsi risucchiare dalla corsa frenetica agli aggiornamenti di mercato, mantenendo così il progetto ancorato alla ricerca di frontiera etica e non al profitto. Saprà tenere la rotta, senza farsi travolgere dalle onde del mercato?
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In passato, chi ha cercato di presentarsi come gruppo di ricerca dedicato alla sicurezza e all’etica ha dovuto comunque cedere a qualche compromesso. È il caso di Anthropic, che continua ad aggiornare Claude in linea con il trend agentico del mercato. Le ultime novità vedono l’integrazione con Google Workspace: il chatbot potrà leggere i messaggi in Gmail, gli appuntamenti su Google Calendar e i documenti in Google Docs.
Non solo. Anthropic avvia un nuovo team dedicato a promuovere l’adozione dei propri prodotti AI tra i clienti di Amazon Web Services, suo principale finanziatore.
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Negli Stati Uniti, l’innovazione a scopo di lucro sembra ormai una necessità più che una scelta, spinta dal governo e dettata dalla competizione geopolitica con la Cina. L’ultima conferma arriva da Washington, dove la Camera identifica DeepSeek come una minaccia per la sicurezza nazionale. Tanto che Nvidia viene chiamata a chiarire le modalità con cui l’azienda cinese acquisisce i suoi chip.
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Tempi agguerriti, dunque. Nei quali conviene concedersi un po’ di ottimismo dove si può. Un sondaggio pubblicato sulla piattaforma Zenodo e riportato da Nature raccoglie le opinioni di oltre 4.000 ricercatori del settore AI sui benefici della tecnologia generativa. Secondo la grande maggioranza di costoro l’AI migliorerà la nostra vita. Un orizzonte che vale la pena continuare a inseguire.
Meta utilizzerà i dati degli utenti europei per addestrare la sua AI
Anche Grok ricorderà le conversazioni passate con gli utenti
Safe Superintelligence, fondata dall’ex OpenAI Sutskever, arriva a valere 32 miliardi di dollari
Dodici ex dipendenti di OpenAI si schierano con Elon Musk contro la trasformazione a scopo di lucro
Secondo più di 4.000 ricercatori l’intelligenza artificiale migliorerà la nostra vita
Anthropic crea un nuovo team per promuovere prodotti AI tra i clienti di Amazon
Washington vuole impedire a DeepSeek di acquistare chip Nvidia
OpenAI presenta Flex Processing: un’AI più lenta, ma a metà prezzo
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